Recensione di "Controcanone" - Le voci degli esclusi
Ci sono «stanze» o luoghi della letteratura che il canone tradizionale ha inteso come marginali, secondari, escludendoli da una linea ufficiale di poesia o relegandone la conoscenza ad approfondimenti di settore, specialistici, funzionali alla formazione di un filone parallelo e subordinato agli orientamenti canonici e strutturati all’interno di un ordine precostituito.
Che queste stanze siano voci di donne e di autori non allineati, esiliati dalle pagine della storiografia tradizionale, che si esplichino in una pluralità di modi e richiami, dalla «stanza tutta per sé» di Virginia Woolf al giardino di Timoclea, dal verziere del Decameron alla «terra santa» del manicomio, ai campi di sterminio, è oggi oggetto di un interessante volume a cura di Johnny L. Bertolio: Controcanone, la letteratura delle donne dalle origini a oggi, pubblicato dalla casa editrice Loescher.
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